Ricordi

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RICORDI

Partono i versi e mi sospingo avanti
con modi assai semplici e costanti
rivedo nel pensiero tutti quanti
anche se son trascorsi molti anni.

Figure di un’epoca lontana
della felice vita paesana.
Ritornando là dal Remorone
per primo lo incontravo zi’ Baffone.

Poi da ragazzo, quando andavo a scuola
incontravo Romeo a san Nicola.
E mi ricordo quando
da Roma ritornava sor Fernando.

E in mezzo a tutti un po' baccaglione
ci stava bene pure Cesarone.
Di certo non posso fare a meno
di ricordare il caro Nazzareno.

E ricordare voglio l’osteria
per la figura di nonna Maria.
Per paura che qualcuno mi bastoni
guai a dimenticare Checco Neroni.

Sembra il cervello già mi si arrovella
e invece mi torna in mente ora Pietrella.
Quell’artigiano gran lavoratore
un po’ bizzarro che era il Sartore.

Quanta semplicità, quanto era bello
il buon Palittu, il lungo Cimarello.
In mezzo a tutti il più astuto e lesto
era senz’altro l’estroso sor Ernesto.

E ricordare voglio i tre gioielli
sor Toto, Sor’Agusto e Giò Cervelli.
Questi son ricordi veri
l’amica voce di Umberto Neri.

Ora il pensiero mi sospinge a monte
per ricordare Vittorio detto il Conte.
Poi per un crudel destino
venne a mancarmi il caro sor Peppino

uomo di fama, di grande cultura
grosso esperto in agricoltura.
Più ci ripenso più sembra un arcano
l’inponente figura di Silvano.

Personaggio a modo e assai zelletta
quella strana figura di Torretta
il contrario di quel bonaccione
che è sempre stato il caro Belardone.

Or che mi trovo con la penna in mano
il pensiero va a Oreste il Sacrestano.
Ancora la vedo a curar giardini e parchi
la mitica figura di De Marchi.

Con poco tempo ne so’ mancati tanti
Gioacchino e pur Lorenzo Santi
Amedeo, Pacifico e Roberto,
di medicina quest’ultimo un esperto.

Volgendo al fine, il verso mi manca
sento la mente un po’ confusa e stanca,
non mandatemi, amici, alcun peccato
se qualcheduno l’ho dimenticato.

Salvatore di Bartolomeo