Gabriele D'Annunzio, poesia sui pastori
I Pastori (G. D'Annunzio)
Settembre, andiamo. E' tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natia
rimanga ne' cuori esuli a conforto
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh'esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l'aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciaquìo, calpestìo, dolci rumori.
Ah perchè non son io co' miei pastori?
Poesie Claudio
Casali Abbandonati
Preghiera
Undici settembre
Otto dicembre
Vecchi Miei
A mia Madre
Poesie Salvatore
Ricordi
Roccasalli
Il Vergaro
Una ricetta antica
Poesie Marcello
Villeggiatura
Cantica a Roccasalli
A Roccasalli
Biografia
Virgilio Cervelli
Un Ricordo
Virginio Di Carmine
Un omaggio a Virginio, con il richiamo di un articolo di Valter Giuliano, pubblicato sul sito della Regione Piemonte e con cui se ne traccia un sintetico profilo: articolo valter giuliano
Al Biscino
Anonimo
Preghiera del Biscino
HOME
|